PERCHE’ LE AZIENDE ENERGETICHE HANNO BISOGNO DI METEOROLOGI? INTERVISTA A VASILEIOS PAPPAS

“La meteorologia e la climatologia, che si riferiscono rispettivamente al tempo e al clima, hanno entrambe un impatto diretto sul settore energetico attraverso l’offerta e la domanda di energia”, spiega Vasileios Pappas, Senior Meteorologist presso MET Group.

Perché la meteorologia è importante per un’azienda energetica?

Negli ultimi 30 anni c’è stato un boom di impianti di energia rinnovabile. Le normative europee per un utilizzo più efficiente delle fonti energetiche hanno portato a una maggiore necessità di previsioni accurate della produzione eolica e solare prevista. Gli orizzonti temporali per queste previsioni vanno da un range di due ore (intraday markets) a mesi e trimestri (Futures markets ed i Power Purchase Agreements, i cosiddetti PPA).

Significa che un meteorologo che lavora nel settore energetico deve tenere d’occhio un ampio orizzonte temporale?

Assolutamente sì. Esistono diversi modelli meteorologici, basati principalmente su equazioni che descrivono le interazioni fisiche nell’atmosfera, provenienti da vari centri di ricerca in tutto il mondo. L’atmosfera segue le regole della teoria del caos, quindi si può affermare che con un orizzonte di previsione più ampio “tutte le previsioni diventano sbagliate”. Pertanto, è necessario investire risorse in ulteriori elaborazioni statistiche. Più lungo è l’orizzonte di previsione, maggiore è la volatilità delle previsioni. La nostra analisi interna cerca di quantificare tale volatilità, creando scenari distinti basati su diversi risultati possibili e, con l’aiuto di un meteorologo esperto, sceglie lo scenario più probabile.

Perché è così importante sapere che tempo fa negli altri continenti?

Poiché i mercati dell’energia sono davvero globali, è necessario tenere d’occhio altre parti del mondo, come l’Asia nordorientale. Un’ondata di freddo in Asia, ad esempio, aumenta la domanda di GNL in quella regione e, poiché sia l’Europa che l’Asia nordorientale sono in competizione per le stesse forniture di GNL dagli Stati Uniti, dal Qatar e da altre fonti, ciò avrà un effetto su tutti i mercati locali del mondo.

E come può la climatologia aiutare le aziende energetiche?

Quando si parla di intervalli temporali più lunghi (oltre i 6 mesi), entra in gioco la climatologia. Il riscaldamento globale registrato negli ultimi 30-40 anni aggiunge alcune sfide ai mercati energetici. Ad esempio, diversi studi mostrano un’interruzione del ciclo idrologico che porta alla scarsità d’acqua in vaste aree in Europa e nel mondo.

È quello che abbiamo visto nell’estate del 2022, per esempio.

Sì, è vero. L’acqua è fondamentale per il settore energetico: i fiumi vengono utilizzati per il raffreddamento delle centrali nucleari e di altre centrali termiche, per la produzione di energia elettrica tramite impianti idroelettrici fluviali e per il trasporto di carbone e altri combustibili tramite chiatte. Pertanto, i bassi livelli dei fiumi causano immediatamente problemi nella catena di approvvigionamento energetico. Il manto nevoso è diminuito negli ultimi inverni in Europa e questo ha un impatto diretto non solo sulle risorse idroelettriche da utilizzare in primavera e in estate, ma anche sull’approvvigionamento di acqua dolce.

Come si svolge la sua giornata lavorativa tipo?

Comincio presto per poter esaminare l’andamento delle ultime previsioni meteorologiche, dato che alcune di esse vengono rilasciate dopo la chiusura dei mercati del giorno precedente. Preparo un report giornaliero che viene inviato ai nostri trader e analisti. Dopo l’analisi giornaliera, il mio tempo si divide in questo modo: da un lato, ho il compito di sviluppare strumenti che trattano i dati meteorologici con lo scopo finale di migliorare l’accuratezza del nostro modello di prezzo. Dall’altro lato, mi occupo di combinare gli aggiornamenti e le previsioni meteorologiche con i prezzi di mercato attuali, abbinati al nostro modello di previsione dei prezzi, al fine di sviluppare strategie di trading basate sul meteo.

Il tempo sta diventando sempre più estremo, come sembra.

È vero. Alcuni aspetti del tempo che abbiamo vissuto negli ultimi due anni possono essere considerati estremi. Ad esempio, abbiamo assistito ad alcune delle peggiori siccità degli ultimi 150 anni. Le estati sono sempre più calde e i record di temperatura massima vengono superati quasi ogni anno, soprattutto nell’Europa meridionale. Sono in corso numerose ricerche sul perché di questo fenomeno. Una delle cause per l’area europea è la riduzione dell’estensione del ghiaccio marino nell’Artico.

Che impatto ha su un’azienda energetica e sui prezzi di mercato?

Per il settore energetico in particolare, dato che gli eventi meteorologici estremi non possono essere previsti con più di un paio di giorni di anticipo, l’agilità è importante. I mercati spot possono essere molto volatili, poiché l’offerta deve corrispondere alla domanda. Un paio di giornate molto ventose in Europa farebbero crollare la domanda delle centrali termoelettriche e renderebbero antieconomica la loro produzione.

La meteorologia può aiutare MET a raggiungere i suoi obiettivi di espansione delle rinnovabili?

Sì, certamente. Il Gruppo MET, come altre aziende energetiche, dipende in modo significativo dalla variabilità del tempo e del clima. Quando decidono l’acquisto o il subaffitto di parchi eolici o solari, le aziende energetiche guardano soprattutto a una breve storia di dati di produzione. Tuttavia, un numero crescente di partecipanti al mercato dei PPA sta ora esaminando le proiezioni climatiche regionali. Alcune aree europee sono più colpite dai cambiamenti climatici rispetto ad altre.

Cos’altro è fondamentale quando si pianifica la creazione di un portafoglio di energie rinnovabili geograficamente diversificato?

Un altro fattore importante è la ripartizione ottimale del portafoglio in Europa. Senza entrare nei dettagli, un parco eolico in Spagna potrebbe essere complementare a un parco eolico in Germania: quando c’è molto vento in uno dei due Paesi, di solito non c’è vento nell’altro. E, naturalmente, quando le tecnologie rinnovabili vanno di pari passo con le batterie per immagazzinare la produzione di energia rinnovabile in eccesso e con la generazione flessibile, come le centrali a gas, la fornitura di energia diventa molto efficiente. È il caso, ad esempio, del sito di Dunamenti, di proprietà del Gruppo MET.

Quali sono gli ostacoli a una più efficiente integrazione tra energia e meteorologia?

Uno degli ostacoli principali è la mancanza di condivisione dei dati. Nel settore delle energie rinnovabili esistono molti accordi di non divulgazione e i dati rilevanti sono disponibili solo per i proprietari di uno specifico impianto. Nella nuova era dei “big data” e del “machine learning”, tuttavia, dovrebbe spettare a ciascun utente “tradurre” meglio la grande quantità di dati disponibili. In questa direzione va già la crescente offerta di “Open Data”. Ad esempio, il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), uno dei principali centri di ricerca in meteorologia e climatologia, ha cambiato la sua rigida politica sui dati negli ultimi 5 anni e ha rilasciato sempre più dati gratuitamente.

Vasileios Pappas

Vasileios è nato in Grecia e ha studiato Fisica e Meteorologia applicata in Grecia e nel Regno Unito. Ha trascorso alcuni anni in progetti di ricerca in Inghilterra, Grecia e Australia. La sua ricerca si è concentrata su: a) climatologia urbana e identificazione dell’impatto del cambiamento climatico sulle esigenze e le pratiche di irrigazione; b) impatto degli aerosol atmosferici sulla radiazione solare utilizzando i dati dei satelliti più recenti.

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