MET Energia Italia: “Nel mirino acquisizioni di clienti, Fer e generazione distribuita”

Il ceo Rebuzzini a QE: “Obiettivo 50 mila clienti al 2026 con crescita organica ma guardiamo anche a 3 reseller. Nel FV residenziale target indicativo di 5-10 MW annui. Eolico offshore? Non lo escludiamo”

di Carlo Maciocco

Superate le turbolenze del 2022 con un fatturato di oltre 1 miliardo €, “un Ebitda intorno ai 16mln € e un

utile netto di circa 10 mln €”, MET Energia Italia si appresta a portare avanti una strategia dicrescita nel nostro Paese focalizzata non solo sul core business della vendita di gas ed energia elettrica, ma anche su
rinnovabili, generazione distribuita e mobilità elettrica. Il tutto senza escludere possibili acquisizioni di clienti e un ingresso nell’eolico offshore.
A fare il punto con QE sui piani della società facente capo al Gruppo MET (con sede in Svizzera ma presente in 13 Paesi europei) è il ceo Giuseppe Rebuzzini.
Il punto di partenza è proprio il bilancio 2022 recentemente approvato (QE 3/4). Il manager spiega che quel miliardo € di fatturato “deriva per due terzi dalla vendita di gas e per un terzo dalla vendita di energia elettrica, e il maggior contributo sono i grandi clienti con volumi per 500 mln mc, pari a circa il 40% dei ricavi”.
Il business dell’efficienza energetica “ha un contributo marginale anche perché in fase di startup”.
Mentre i 200 MW di impianti fotovoltaici rilevati nel Centro-Sud Italia sono“progetti ancora da sviluppare che comunque fanno capo alla jv MET/Keppel (QE 17/11/22)”. Sebbene MET Energia Italia “collabori al loro sviluppo e gestirà il dispacciamento una volta operativi”.
Parlando di margini, la volatilità che ha penalizzato buona parte degli operatori del settore “per le nostre attività di trading è stata un fattore di successo, per l’attività di vendita è stata invece un fattore negativo”, spiega Rebuzzini. Ai grandi clienti la società ha confermato i prezzi fissi “ma con una gestione un po’ più dinamica: abbiamo rinegoziato con le stesse condizioni ma agganciate ai volumi contrattuali di riferimento (take or trade)”. Ai piccoli clienti “condizioniamo il prezzo fisso ad oscillazioni significative
della commodity”.

Ma quali obiettivi si pone MET Energia Italia nella vendita?
“Solo di crescita organica – rimarca il ceo – puntiamo ad arrivare entro il 2026 a oltre 50 mila clienti con un mix non molto diverso da quello attuale, ossia circa 60% Pmi, 38% residenziali e resto large corporate che però fanno l’80% dei volumi”.
Numeri che potrebbero crescere significativamente in caso di operazioni straordinarie.
“Stiamo guardando almeno tre dossier – sottolinea Rebuzzini – ognuno in grado di perlomeno raddoppiare il numero dei nostri clienti, non ovviamente i volumi perché sono portafogli di clienti residenziali o Pmi. Il focus è sui reseller che sono esplosi negli ultimi 10 anni ma dopo il 2022 hanno capito di non avere le spalle finanziariamente abbastanza coperte”.
Il ceo ricorda infatti che “il tema credito è il più grosso al momento”, per cui “stiamo guardando con grande attenzione e prudenza, perché i soldi sono del nostro azionista”.
Dal fine tutela per i residenziali, al momento fissato per gennaio 2024, la società non si aspetta grossi impatti anche perché “per partecipare alle aste occorre superare 50 mila clienti quindi per ora saremmo fuori”.

Met Italia è poi attiva nella mobilità elettrica e nel FV residenziale.
“Il primo è più un business ‘opportunistico’ – afferma Rebuzzini -con la finalità di mettere il marchio MET sulle strade italiane come complemento alle forniture di elettricità, il secondo ha invece una visione più strategica in cui crediamo molto. L’Italia ha un patrimonio inestimabile che sono i 15 mln di tetti, alcune analisi dicono che ci sono potenzialità per installare fino a 130 GW di FV, le nostre stime si limitano a 90 GW. Certo, ci si scontra con problemi tecnici e normativi, di cui l’esempio più banale è il condominio. In questi casi la soluzione possono essere le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumo anche se la normativa è abbastanza confusa e ancora non va nella direzione giusta, non c’è un adeguato incentivo. Per le abitazioni unifamiliari invece l’incentivo è più evidente e c’è un mercato potenzialmente molto rilevante”.
Quali gli obiettivi della società in questo campo? “Siamo ancora in fase di analisi – rimarca il ceo – diciamo che un target può essere almeno di 1 MW annuo tra un paio d’anni e poi in 5 anni arrivare a installare 5-10 MW annui. Target indicativi perché siamo ancora in fase di startup”.
Per quanto riguarda infine le Fer utility scale, dei 2 GW che il gruppo intende installare entro il 2026 una parte sarà in Italia. E non è escluso un interesse per l’eolico offshore: “Siamo aperti a tutte le tecnologie”, spiega Rebuzzini. La società si sta intanto muovendo per offrire ai propri clienti Ppa sull’energia green prodotta dai propri impianti.
“È un grande sfida – sottolinea il manager – già stiamo partecipando a dei tender per Ppa long term sugli inziali 200 MW ma rimane un processo estremamente complesso perché ci sono esigenze diverse tra cliente e fornitore in termini di pricing e poi c’è l’elefante nella stanza che è il tema del credito. Noi facciamo in alcuni casi fatica ad attribuire merito di credito su un’esposizione della commodity di 3 mesi per cui un impegno decennale significa ribaltare completamente le nostre logiche”.
Le garanzie pubbliche potrebbero aiutare? “Non siamo grandi fan di questo tipo
di strumenti -conclude Rebuzzini – nella nostra esperienza funzionano poco: il mercato deve funzionare
come mercato”.

Fonte: https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/490979

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