ENI dice addio al gas ungherese

Intanto il gruppo guidato da Descalzi corre nell’offshore africano e scopre un nuovo giacimento petrolifero in Angola, aprendo opportunità in una zona finora considerata soprattutto gassosa

La compagnia italiana vende Tigàz alla svizzera Met per 200 milioni. E scopre un nuovo giacimento petrolifero in Angola Carosielli a pagina 12 Mentre si gode la sorpresa oil in Angola, Eni continua con il processo di dismissioni avviato nel 2016 abbandonando definitivamente il mercato ungherese.

Ieri infatti il gruppo energetico svizzero Met ha firmato uno share purchase agreement con il Cane a sei zampe per acquisire il 98,99% di Tigàz Zrt, più grande operatore della rete di distribuzione di gas in Ungheria con 33 mila km di lunghezza, praticamente il 48% dell’intera rete nazionale ungherese.
La quota acquistata da Met, secondo quanto raccolto da MF-Milano Finanza, ha un valore intorno ai 200 milioni di euro e consentirà al gruppo guidato dal ceo Benjamin Lakatos di entrare in possesso di un asset strategico all’interno dell’Ungheria, dato che Tigàz possiede il 100% di Tigáz-Dso Földgázelosztó Kft, l’operatore della distribuzione di gas naturale in tutto il NordEst dell’Ungheria, con oltre 2 miliardi di metri cubi di gas naturale distribuiti ogni anno a 1,2 milioni di utenti in 1.094 comuni.

Intanto il gruppo guidato dall’amministratore delegato Claudio Descalzi continua a premere sull’acceleratore nell’esplorazione, in particolare in Africa, con la scoperta del giacimento di petrolio nell’offshore dell’Angola. Si tratta del prospetto esplorativo Kalimba, situato nel blocco 15/06 (strutturato tramite i due progetti West Hub e East Hub), che si stima possa contenere tra 230 e 300 milioni di barili di olio in posto. Una notizia importante per Eni dato che la scoperta apre nuove opportunità per l’esplorazione a olio nella parte meridionale del blocco 15/06, considerata fino ad ora principalmente come un’area con potenziale soprattutto nel gas, favorendo ulteriori possibilità di creazione di valore. Di conseguenza anche l’Angola si conferma come Paese chiave per la strategia di crescita organica di Eni, dove oggi ha una produzione equity di 155 mila barili giorno di olio equivalente. A conferma di questo il gruppo ha annunciato che i prossimi startup nel blocco 15/06 quest’anno saranno il Miocene Superiore, nell’East Hub, e il Subsea Boosting System per il campo di Mpungi. Inoltre il campo di Vandumbu, che verrà collegato al West Hub, entrerà in produzione alla fine del 2018, in anticipo rispetto ai piani. Questi nuovi startup aggiungeranno ulteriori 30 mila barili alla produzione complessiva del blocco 15/06, che secondo Eni nel 2019 supererà i 170 mila barili di olio al giorno.

Fonte: milanofinanza.it

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